PERCHÉ LO FACCIO

In un momento di crisi economica che tocca tutti i settori produttivi del nostro paese e che   per quanto riguarda il nostro si può toccare con mano ogni giorno, ed in maniera sempre più preoccupante, io Umberto Orsini, ho deciso di fondare una compagnia teatrale andando apparentemente in controtendenza. Sappiamo che dai momenti di crisi può nascere una spinta verso il nuovo, un desiderio che ci porti fuori dal tunnel e vedere finalmente la luce. Io credo che questo possa succedere.
Le mie proposte non avranno niente di rivoluzionario o di inedito lo premetto. Si concentreranno sopratutto su un elemento fondamentale: il profondo desiderio di aggregare al mio nome una serie di persone con le quali ho già lavorato o con le quali avrei sempre voluto lavorare e trasmettere loro tutta la mia passione, la mia esperienza e il persistente desiderio di ricerca e di qualità che ha guidato la mia vita artistica attraverso una seria preparazione professionale. Vengo da lontano, vengo dalla Compagnia dei Giovani, da Visconti, da Zeffirelli, da Lavia, da Ronconi, da Castri fino ad arrivare ai giovani registi come De Rosa o Pietro Babina.
Per diciotto anni, fino al 2000, sono stato direttore artistico del più importante Teatro Privato di Roma e parlo dell’Eliseo e per dodici anni ho avuto presso un Teatro Pubblico come l’ ERT il ruolo di direttore artistico della Compagnia che faceva capo alla mia persona. Mi sembra di essere stato capace di riassumere in poche righe il mio passato.  Per quanto riguarda il mio futuro amerei parlarne più diffusamente ma non genericamente. Al momento la mia Compagnia ha tre testi sui quali basa la propria attività principale e sono: “La leggenda del Grande Inquisitore” scritto da Babina Capuano e da me e basato sul mondo di Dostoevskij, “Il marito ideale” di Oscar Wilde con la regia di Roberto Valerio e la messa in cantiere in questi giorni di uno spettacolo di Luigi Pirandello e cioè “”Il gioco delle parti ” che debutterà nel febbraio del 2014 ma le cui prove avverranno negli ultimi mesi del 2013 dando vita ad un sistema che voglio perseguire e che sarà uno dei punti di forza della mia Compagnia e che è quello di un laboratorio di lavoro permanente sul modello del mio maestro Luca Ronconi. Tutto questo lavoro, che non sarà di semplice rapporto tra scritturati e scritturante, ma di collaborazione artigianale e di progetto a lungo termine fra me e i miei collaboratori, dovrebbe creare quel terreno fertile sul quale la mia esperienza ( e la conoscenza dei molti errori di gestione che i miei rapporti coi Teatri Pubblici mi hanno reso evidenti e che non vorrei ripetere..personale in eccedenza..investimenti che arrivano nei migliore dei casi al 40% delle risorse da destinarsi a quello che si vede e si sente in scena..e potrei andare oltre…) dovrebbe portare quei frutti utili per far vivere a questa Compagnia un’ esperienza che si allontani dalla  “routine” e che si avvicini a qualcosa che assomigli di più ai nostri piccoli sogni, se siamo ancora capaci di averne. Utopia? Forse. Rischio? Molto e personale. Scopo di tutto questo? La libertà di sentirsi fuori dagli schemi ma dentro un sistema distributivo senza il quale i talenti giovani che stanno con me non avrebbero visibilità. Ho attinto tanto da tutti quelli che mi hanno preceduto e vorrei lasciare questa eredità a quanti camminano con me ora e cammineranno un giorno senza di me ma carichi, come lo saranno, di una conoscenza che viene da molto lontano e che io mi sento felice di trasmettere. La crisi la si combatte con la qualità e l’arrogante consapevolezza di fare un mestiere bello e utile.
Umberto Orsini